31.7.1914: Mario Pietro Zoff

 

Dal registro mortuario dell'Ospedale di Guarnigione n°9
 

Al momento della mobilitazione i battaglioni del reggimento erano così suddivisi: il Comando era a Bjelovar, in Croazia, con i battaglioni I e II; sempre in Croazia, a Carlstadt (l’attuale Karlovac) c’era la sede del IV battaglione; solo il III si trovava a Trieste, acquartierato nella Caserma Grande sorgeva nella zona dell’attuale piazza Oberdan(k).
E fu proprio tra le mura e nei cortili di questa caserma che la guerra, non ancora iniziata, mieté la sua prima vittima tra le file del reggimento Nr. 97: la disperazione per aver dovuto abbandonare la moglie e la figlia di tre anni, fece sì che il soldato Mario Pietro Zoff, falegname, nato a Cormons l’otto agosto 1885, arruolato nel 1907 e richiamato alle armi il 27 luglio 1914, in forza alla sesta compagnia del K.u.k. I.R. Nr. 97, scegliesse una via d’uscita senza ritorno, come recita il suo certificato di morte:
suicidio con arma da fuoco commesso in istato di mente perturbata… suicidio per esaltazione… Morto nell’ospedale di guarnigione Nr. 9 in Trieste in data 31.07.1914, sepolto a Cormons il 04.08.1914 Campo E, fossa 15. Vedova: Colugnatti Maria, orfana Paola Maria (1912), residenti a Cormons, via Udine.
La storia del fante – falegname Zoff avrà un seguito burocratico: il subentrato Governo italiano infatti sospenderà la pensione di guerra alla vedova con la motivazione che la morte era avvenuta prima della dichiarazione effettiva. In una triste lettera del 6 luglio 1925, la stessa vedova scriverà alla Corte dei conti a Roma dichiarando come la data di morte segnalata agli uffici competenti fosse errata, essendo egli in realtà morto il 31 luglio 1914, a ostilità iniziate. Ed ingenuamente (?) aggiunge una nota retorica, indispensabile per ottenere qualcosa dal nuovo governo fascista, che non vedeva di buon occhio i soldati ex AU:
…e questa terribile decisione maturò in lui, oltrechè per la visione degli orrori inevitabili della guerra, anche e più specialmente – e di ciò può far fede chiunque lo conobbe – perché gli ripugnava di combattere, egli italiano di sentimenti e di fede, sotto le bandiere dell’Austria aborrita…
C’era già stata la marcia su Roma e bisognava essere italianissimi ad ogni costo, magari al 50% come si diceva allora con chiaro riferimento al cambio corona - lira deciso dai vincitori.


Roberto Todero

(La storia del fante Zoff mi è stata raccontata dal’’amico Dario Kenda)

Dal Registro mortuario del Reggimento di fanteria n°97


La supplica della vedova Maria Colugnatti in Zoff



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